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DALL'ANGELO PICTURES ACQUISISCE DUE CLASSICI DEL CINEMA

Dall’Angelo Pictures è lieta di annunciare l’acquisizione di due titoli entrati a pieno diritto nel gotha dei classici del cinema di tutti i tempi: Novecento e Il bacio della donna ragno.

NOVECENTO
Il primo dei due film che vanno ad impreziosire il ricco catalogo della Dall’Angelo Pictures è il capolavoro testamentario del maestro Bernardo Bertolucci: Novecento, Italia 1976, 318’. Un affresco di un secolo doloroso, appassionante ma necessario che racconta la storia di tre generazioni impegnate nella lotta di classe in Emilia, terra di forti contrasti e di robuste tradizioni. Una maratona complessiva di 5 ore scritta nel lontano 1976 dal regista con l’apporto del fratello Giuseppe e il suo montatore di fiducia: Franco Arcalli, arricchito dalle suggestive musiche di Ennio Morricone e interpretato magistralmente da una pletora di attori che, da lì a poco, avrebbero scritto pagine indimenticabili della storia del cinema internazionale: Robert De Niro, Gérard Depardieu, Donald Sutherland, Alida Valli, Dominique Sanda, Stefania Sandrelli e, nella parte del patriarca 'fuori dalla storia', Burt Lancaster.
Sinossi:
In una fattoria dell'Emilia crescono insieme Olmo (Depardieu), figlio di contadini, e Alfredo (De Niro), erede del padrone, nati nello stesso giorno del 1900. I due vivranno tutti gli avvenimenti della storia italiana: l’adolescenza (che cementa la loro amicizia), il servizio durante la prima guerra mondiale (dove la differenza di classe li assegnerà a diverse destinazioni militari) e l’avvento del fascismo. Olmo sposerà Anita (Sandrelli), una fervente socialista che muore mettendo al mondo la figlia, mentre Alfredo si unirà all’irrequieta Ada (Sanda). Uno splendido inizio nelle campagne emiliane e una discesa in un melodramma che non lascia scampo farà ricongiungere i due protagonisti in una data fondamentale per la nostra nazione: il 25 aprile 1945.

Il secondo indimenticabile film IL BACIO DELLA DONNA RAGNO, Usa/Brasile 1985, 119’ è tratto dall’omonimo romanzo di Manuel Puig. Delicato e struggente melodramma con schegge di coscienza politica, il film ha rivelato al grande pubblico questo eclettico regista brasiliano, qui alla sua prima importante produzione. Un successo dovuto anche alla presenza di un attore della portata di William Hurt, che qui dà un'ennesima eccellente prova della sua bravura che gli valse la Palma d’oro a Cannes , il David come miglior attore straniero e l'Oscar nel 1985 (il primo in assoluto ad un personaggio omosessuale). Al fianco di William Hurt, Raul Julia e Sonia Braga, recuperata con nuovo lustro dalle telenovelas popolari, addirittura in tre ruoli intensi e toccanti. La parte del personaggio gay era stata proposta a Burt Lancaster che rifiutò (ma viene ringraziato nei titoli di coda).
Sinossi: Nella cella di uno stato dittatoriale, un omosessuale insegna il potere della fantasia, un militante politico quello della dignità e della lealtà. Molina (Hurt) omosessuale è prigioniero in un sistema che rifiuta la fantasia, Valentine (Julia) è prigioniero perché tenta di cambiare il sistema (chi crede nelle ideologie è un sognatore?). Messinscena teatraleggiante su una sceneggiatura di L. Schrader.